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In quel giorno il cielo era disarmato
digiuno di nuvole
io metallo acceso quasi ossidato
e la mia pelle nebbia e lui
ed era di cobalto la mia mano in alto
uno specchio immobile.

In quel giorno il sole non diceva niente
un riflesso semplice
sfumature d’ambra giocano con l’ombra
delle mie incertezze
ed è bastato poco un tuo tocco muto
e ciò che ero non c’era più.

Tu eri sole, pieghe di miele
ed io, io ero un cielo stanco di attendere.
Fu soltanto un attimo, e poi un addio
un colore nuovo di me, di te.
Verde, verde, verde.

Ora si fa lento anche il gioco del tempo
nuove luci dentro me.
E non si torna indietro
resti senza fiato
resti senza fiato
resti senza fiato.